Oggi, in piena emergenza sanitaria, mi colpisce questa frase riportata su Il Giornale “Dove non arriva la polmonite da Covid 19, arriva la depressione. È un'ombra scura che spegne i sorrisi fino a stringere il cuore di tutti gli anziani…”
Dopo mesi di chiusura forzata, di rinuncia alle nostre abitudini, di privazione da contatti sociali (quelli veri, vis à vis e non quelli “digitali”) siamo tutti provati. Ma c’è una grande parte della nostra popolazione, quella dei nostri anziani, i più fragili, che di queste abitudini sente ancora di più la mancanza. L’uscita mattutina per comprare il pane, la visita dei figli e dei nipoti, il giretto pomeridiano in cui si incontra sempre qualcuno con cui fare due chiacchiere… Fino a un anno fa, queste semplici attività strutturavano la loro giornata, davano un senso all’esistenza, facevano passare un tempo che “da vecchi” è difficile da impegnare, da organizzare, quando non c’è più il lavoro, gli impegni familiari, e le attività sociali sono talvolta ridotte all’osso.
A queste privazioni aggiungiamo le ansie e le paure che il virus sollecita. I media hanno dato e continuano a dare notizie e numeri allarmanti, e a ciò si aggiungono le notizie di malattia e morte del vicino, dell’amico, del parente. Morire senza salutare nessuno, senza dire addio…
Angoscia, dolore, solitudine, tristezza, frustrazione, rabbia sono solo alcune delle emozioni che i nostri anziani sentono dentro. E si chiudono, si isolano ancora di più creandosi un deserto interiore che rischia di non poter rifiorire quando l’emergenza sarà finalmente un ricordo.
E allora cosa possiamo fare per i nostri cari? Innanzitutto continuare a spiegare che la distanza è oggi il modo per esprimere loro il nostro affetto e il nostro desiderio che non si ammalino. Telefonargli spesso, dotarli di smartphone o tablet per potersi vedere e sorridere almeno attraverso uno schermo. Suggerire attività da fare in casa, leggere, fare ginnastica (suggerisco questo libricino di esercizi riportato nel sito della società italiana di geriatria scaricabile e stampabile a questo link https://www.sigg.it/wp-content/uploads/2020/04/Libretto-esercizio-fisico_def_compressed.pdf), riguardare vecchie fotografie, dedicarsi ai propri hobby preoccupandosi di fornire tutto ciò che può aiutarli a svagarsi (regalare un nuovo libro, regalare semi e piantine a chi ama il giardinaggio…).
E voi? Volete condividere con noi la vostra esperienza con i vostri anziani?
Dopo mesi di chiusura forzata, di rinuncia alle nostre abitudini, di privazione da contatti sociali (quelli veri, vis à vis e non quelli “digitali”) siamo tutti provati. Ma c’è una grande parte della nostra popolazione, quella dei nostri anziani, i più fragili, che di queste abitudini sente ancora di più la mancanza. L’uscita mattutina per comprare il pane, la visita dei figli e dei nipoti, il giretto pomeridiano in cui si incontra sempre qualcuno con cui fare due chiacchiere… Fino a un anno fa, queste semplici attività strutturavano la loro giornata, davano un senso all’esistenza, facevano passare un tempo che “da vecchi” è difficile da impegnare, da organizzare, quando non c’è più il lavoro, gli impegni familiari, e le attività sociali sono talvolta ridotte all’osso.
A queste privazioni aggiungiamo le ansie e le paure che il virus sollecita. I media hanno dato e continuano a dare notizie e numeri allarmanti, e a ciò si aggiungono le notizie di malattia e morte del vicino, dell’amico, del parente. Morire senza salutare nessuno, senza dire addio…
Angoscia, dolore, solitudine, tristezza, frustrazione, rabbia sono solo alcune delle emozioni che i nostri anziani sentono dentro. E si chiudono, si isolano ancora di più creandosi un deserto interiore che rischia di non poter rifiorire quando l’emergenza sarà finalmente un ricordo.
E allora cosa possiamo fare per i nostri cari? Innanzitutto continuare a spiegare che la distanza è oggi il modo per esprimere loro il nostro affetto e il nostro desiderio che non si ammalino. Telefonargli spesso, dotarli di smartphone o tablet per potersi vedere e sorridere almeno attraverso uno schermo. Suggerire attività da fare in casa, leggere, fare ginnastica (suggerisco questo libricino di esercizi riportato nel sito della società italiana di geriatria scaricabile e stampabile a questo link https://www.sigg.it/wp-content/uploads/2020/04/Libretto-esercizio-fisico_def_compressed.pdf), riguardare vecchie fotografie, dedicarsi ai propri hobby preoccupandosi di fornire tutto ciò che può aiutarli a svagarsi (regalare un nuovo libro, regalare semi e piantine a chi ama il giardinaggio…).
E voi? Volete condividere con noi la vostra esperienza con i vostri anziani?